Brundibàr ~ Giorno della Memoria, 27 gennaio 2021

Rappresentare Brundibár per noi è sempre stato un appuntamento fondamentale, del resto il palco è il solo modo che un artista ha per far sentire la propria voce e il proprio sentire.
Brundibár è stato uno degli ultimi spettacoli che abbiamo portato in scena prima che il virus decidesse che gli artisti dovevano fermarsi. Ma il virus non aveva fatto i conti con la forza e la passione che ci muove ed è per questo che rimane sempre vivo in noi il bisogno di esserci, comunicare, condividere, con l’unica arma in nostro possesso: l’arte. E mai come oggi è ancora più forte il bisogno, oltre che il dovere, di ricordare per non dimenticare.

Il nostro ricordo

Giuseppe Pollicina ricorda Brundibár

Storia dell’Operina per bambini nata nei campi di concentramento

Il giovane compositore Hans Krása, figlio di padre ceco e di madre ebrea tedesca, scrisse la sua nuova opera per bambini solisti, coro di voci bianche e orchestra, assieme al librettista Adolf Hoffmeister nel 1938, presentandola a un concorso ministeriale. Una volta annullato il concorso a causa degli sviluppi politici, capì che la sua opera non sarebbe mai stata rappresentata pubblicamente così, nel 1941, la affidò al direttore dell’orfanotrofio ebraico di Praga perché la mettesse in scena con i suoi bambini.
Nell’inverno del 1942 si svolse, clandestinamente, la prima di Brundibár ma a quel tempo Krása era già stato deportato a Terezín. Successivamente, Tra l’aprile e il luglio del 1943, anche gli educatori e i bambini dell’istituto furono imprigionati nello stesso campo di Terezín. Solo il librettista Hoffmeister riuscì a scappare da Praga in tempo.
Riunito il cast a Terezín, Krása ricostruì l’intera partitura dell’opera e iniziò le prove dello spettacolo di nascosto. Il “ghetto modello”, periodicamente camuffato da ricovero per anziani e bambini a beneficio della Croce Rossa, prevedeva lo svolgimento di spettacolini per i visitatori, così, quando vennero scoperti, le autorità naziste decisero che le prove potevano essere continuate per fare qualcosa di “culturale” che potesse essere sfruttato a fini di propaganda.

Il cast dell’edizione 2017

Fu così che Brundibár fu effettivamente allestita. Debuttò il 23 settembre del 1943 e fu replicata per una cinquantina di volte, con un folto e continuo ricambio di interpreti per la morte o il trasferimento dei cantori in campi di concentramento. Nel settembre 1944 si svolse l’ultima rappresentazione dell’opera a Terezín. Nelle settimane successive, la maggior parte degli interpreti e degli spettatori di quella rappresentazione furono deportati e uccisi ad Auschwitz. Anche Krása fu condotto ad Auschwitz, dove fu ucciso il 17 ottobre 1944.

Mezzo secolo può scorrere via, i dettagli dei nostri ricordi possono sbriciolarsi, ma i sentimenti di quell’epoca restano vivi come se fosse ieri. D’altra parte, Brundibár fu per noi un sogno più vivo della sofferenza quotidiana, un barlume nell’oscurità della prigionia, un barlume di speranza, che ci permetteva di sperare nella libertà malgrado i reticolati.

Paul Aron Sandfort, uno dei pochi sopravvissuti di Terezín

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