Con: Tania Alioto, Ludovica Fazio, Giuseppe Pollicina ~ Regia: Giuseppe Pollicina
Due sorelle insoddisfatte ciascuna della vita dell’altra che si scambiano colpi teneri e feroci, tra sarcasmo e ironia; un “dottore” che conosce la cura per guarirne i tormenti, ma che forse non è quello che sembra; una matita rossa e blu che non solo sottolinea gli errori, ma addirittura li “corregge”. Questi i protagonisti della storia, in ordine di entrata, come recitano le locandine teatrali. Ma attenzione: a volte, correggere un errore può destabilizzare più dell’errore stesso.
La storia
Una storia che si può leggere su diversi piani narrativi, che rappresentano una grande difficoltà nell’impostazione dei personaggi. Troviamo, infatti, due sorelle dalla complessa personalità che vivono in simbiosi dipendendo una dall’altra, molta la differenza di età tra di loro e completamente diverse le loro vite. Tutto sembra procedere stancamente fra alti e bassi fino a quando non si presenta la possibilità di rimediare agli errori del passato. I tre ruoli maschili, considerando che paradossalmente potrebbero essere tre diversi aspetti di un’entità, li abbiamo identificati in un unico volto che avrà il compito di attraversare tre diversi personaggi ma con quattro caratteri diversi. Difficile? No, ma fare una cosa semplice ci sembrava complicato.
Note di Regia
Uno spettacolo come: “Rosso e Blu”, ti prende dentro già alla prima lettura, ma quando inizi a lavorarci, scopri mille rivoli interpretativi diversi, inizi quasi a guardarti dentro e ad interrogarti su quelli che sarebbero stati i tuoi stessi comportamenti.
Ogni singola frase del testo è pesata, misurata, e non ti consente di sbagliare neanche una virgola. Attraversare l’universo femminile con lo sguardo da uomo non è facile, ed allora è stato proprio il confronto diretto con le attrici che mi ha permesso di tirare fuori da questo lavoro l’anima.
Difficile anche la personalità dei quattro uomini nascosti all’interno dei tre personaggi maschili, diversi tra loro ed irreali ma con delle punte di spiccato maschilismo che si confrontano con una realtà che, come l’acqua, prende forma a seconda della situazione in cui si trova. Insomma “Rosso e Blu” è un lavoro che ti costringe a farti mille domande e ad uscire dalla sala chiedendoti: “Ma io al posto loro, cosa avrei fatto?”